venerdì 7 marzo 2008

"Pirandellofilia"




Io credo che siano realmente esistiti geni nel corso dello sviluppo dell'umanità, persone non tanto diverse dalle altre se non nella capacità di riuscire a vedere le cose sotto un altro punto di vista, tanto che una volta che questo viene mostrato risulta a tutti facile dedurre informazioni che hanno fatto la fortuna di tali persone. E non parlo solo di grandi scienziati, ma soprattutto di grandi filosofi e scrittori. E in questo senso il mio incontro teorico con Pirandello è stato per me sconvolgente...io credo che sia uno dei pochi in grado di rilevare così profondamente ma al tempo stesso semplicemente le paure e preoccupazioni umane, di delineare le differenze tra i vari uomini, nella tragicomica scoperta della maschera nuda.....Ma al tempo stesso per me Pirandello, con la sua storia, rappresenta una sorta di monito che mi ricorda quanto un'eccessiva riflessione sia estremamente pericolosa...i personaggi pirandelliani che scoprono il confine tra la forma e la vita, che si rendono conto di essere burattini lo fanno a proprio danno...hanno sì una certa superiorità ma essa è per così dire....socratica cioè sanno di non sapere....perchè in tal modo scoprono il nichilismo del mondo...in una specie di trascendenza negativa...... per cui per le persone come me, piene di complessi mentali e troppe TROPPE fisime, persone alla costante ricerca della ricchezza di un ossimoro ma al tempo stesso impaurite dalla sua complessità o semplicemente esistenza, Pirandello è può rappresentare una grande guida e appoggio morale.........
Vorrei finire con alcune sue parole affinchè possano essere spunto di riflessione per qualcuno(almeno spero):

Sapete invece su cosa poggia tutto? Ve lo dico io. Su una presunzione che Dio vi conservi sempre. La presunzione che la realtà, qual è per voi, debba essere e sia ugualmente per tutti gli altri. Ci vivete dentro; ci camminate fuori, sicuri. La vedete, la toccate; e dentro anche, se vi piace, ci fumate un sigaro (la pipa? la pipa), e beatamente state a guardare le spire di fumo a poco a poco vanire nell’aria. Senza il minimo sospetto che tutta la realtà che vi sta attorno non ha per gli altri maggiore consistenza di quel fumo.

(Uno, nessuno e centomila)

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