lunedì 14 aprile 2008

Ancora I care....compito 6 e 5..possibile?!

Rileggendo il mio post ho riflettuto ancora...lo so, sono paranoica e non smetto mai di pensare..e poi penso:"ma se dovessi smettere di pensare dovrei pensare di non dover pensare, ma allora penserei lo stesso..." e così mi autocondanno e mi accetto per come sono......

insomma rileggendolo mi sono un pò capita e autoanalizzata...mi rendo conto che ho difficoltà a vivere le cose nella loro dimensione più semplice e genuina, che tendo sempre a renderle complesse quando spesso la loro bellezza è proprio connessa alla loro estrema chiarezza..non so perchè faccio così,mi viene naturale..forse è un dono,ma conviverci non è facile perchè si perdono molte gioie semplici e la felicità la si conquista "dopo ardue prove" di tipo mentale...pere essere felice devo sempre pensare che in quel momento è giusto che io sia felice per questo motivo, quello e quell'altro...altre volte però l'irrazionalità si presenta e io getto volentieri le armi, anzi non faccio che aspettare quel momento..per avere un motivo per arrendermi nella mia eccessiva razionalità e abbracciare l'insensatezza del mondo..ma questo dura poco, troppo poco...


Da qui è nata la mia necessità di aggiungere ancora qualche riflessione rigurdo al seminario..non che rinneghi ciò che ho scritto..ma mi rendo conto che quella è la parte complessa, che nasconde la genuinità della felicità che ho provato in quegli istanti,la forza che mi hanno trasmesso, la passione che hanno rafforzato...l'altro post non è altro che espressione della mia paura di un'insensatezza del mondo, di una trascendenza negativa...della mia necessità di razionalizzare la complessità del mondo o meglio di razionalizzare la presa di coscienza che il mondo è troppo complesso per essere capito...in questo senso ho motivato l'importanza di un sorriso, in un mondo in cui le regole dovrebbero essere troppe....

Ma se mi avessero dato un foglietto dopo il seminario non avrei scritto tutto quello...avrei scritto frasi piene di gioia e ammirazione, simpatia ed empatia..della necessità della condivisione, della forza che scaturisce dalla comunità...gli altri hanno un senso..perchè possono darti più di quanto ciascuno di noi possa credere..perchè danno forza, trasmettono coraggio, comunicano esperienze, condividono paure e gioie...la diversità è una ricchezza,la condiivisione necessità..necessità non per sopravvivere, ma per vivere felici....

Ci sono cose che singolarmente non hanno un senso...un organo non ha un senso se non inserito in un apparato così come una ruota se non connessa ad un auto... un insieme di persone è molto di più, e sottolineo, MOLTO DI PIU', della sommatoria delle caratteristiche delle singole persone che lo costituiscono... dall'insieme si creà un'unità inscindibile dotata di una forza rivoluzionaria, travolgente, disarmante...

Non so se sia errato collegare il compito 6 al 5...ma io credo che ci sia una connessione...gli altri esistono anche per dare un senso a noi stessi, per prendere da piccoli conoscenza del limite tra noi ed il mondo per poi da grandi cercare di superare tale limite e conquistare la ricchezza della pluralità..gli altri sono il contesto rispetto al quale la nostra vita assume un senso, lo sfondo sul quale cerchiamo le nostre risposte..sono indispensabili come lo sfondo nero per un'immagine bianca...senza di loro ci confonderemmo nel tutto..e quindi nel nulla..

Un ringraziamento di cuore a tutte le persone che si donano agli altri...

5 commenti:

Andreas Formiconi ha detto...

aah c'è un errore nel tuo post, Chiara, ah sì sì c'è un errore grave

l'errore sta nel temere che un collegamento fra due cose possa essere errato :-D

l'intelligenza è fatta di collegamenti

non esistono collegamenti giusti e sbagliati, ogni collegamento è una possibilità

suggerire un nuovo collegamento rappresenta sempre un arricchimento potenziale

a me è piaciuto molto il collegamento che hai proposto

liberatevi dall'ossessione dell'errore quando pensate e vi esprimete

più sarete liberi nel pensiero e minore sarà il numero di errori commetterete nelle azioni

Chiara ha detto...

grazie professore del commento, ma io non volevo mostrarmi timorosa nell'esprimere un nuovo collegamento ma semplicemente spronare gli altri ad esprimersi su questa mia proposta, sia in senso positivo che negativo...lasciare la porta aperta per vedere se qualcuno entrava....cmq grazie ancora!

Anonimo ha detto...

...il mio commento nn sarà riferito a niente in particolare,ma un po' a tutto...FERMATI!!!pensi a così tante cose in venti righe di un post, che qualcuno non ci pensa nemmeno in una vita intera...!
il mio umile consiglio?semplifica, riduci, concentra magari in una sl citazione o in una semplice immagine quello che vuoi dire e ...mettici un po' più di spensieratezza (a partire dal colore dello sfondo,anche se nn so se è possibile cambiarlo...ma magari fa vedere tutto più soft!:-
)..)
...e...meno paranoie!!!
un bacione!
ale

Rospetto ha detto...

Io sono profondamente convinta che il pensiero sia talvolta autodistruttivo se e soprattutto se è circolare...i pensieri che si mordono la coda sono pericolosi, quelli che invece vanno verso nuove prospettive aiutano ad allargare l'orizzonte (si lo so con queste metafore sono un po' fissata)...comunque il vecchio assunto cartesiano Cogito ergo sum credo che sia vero...non per fare citazioni aride e morte (cartesio effettivamente è più che morto) ma spesso dal passato l'uomo è in grado di parlare....pensare fa bene!!!

L.S. ha detto...

La capacità di non fermarsi alla dimensione semplice delle cose, l'entrarci dentro per capirne razionalmente l'intima natura, io ritengo sia veramente un dono. Tu forse lo hai innato, io cerco con fatica di coltivarlo.
Ma ti ritengo fortunata e non dimeno penso che tu possa cogliere una bellezza diversa nelle cose, lontana da quella estrema chierezza con cui si presentano. Devi apprezzarla, questa bellezza.
Anche dopo "ardue prove" si raggiunge la felicità, ed inoltre si acquista discernimento, memoria, oggettività. Insomma una visione completa.
E' grazie a questa capacità che puoi apprezzare la forza della comunità, la necessità della condivisione, il valore degli altri, la ricchezza della diversità.
Molti non ci riescono, sono piccoli uomini, fin troppo semplici.